Toscana, il caso governatore. I 5s: “Giani non scalda i cuori”. Fossi convoca la segreteria

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Toscana, il caso governatore. I 5s: “Giani non scalda i cuori”. Fossi convoca la segreteria

Toscana, il caso governatore. I 5s: “Giani non scalda i cuori”. Fossi convoca la segreteria

9 lug 2025

I contiani freddi sul bis, apertura invece da Avs con Bonelli e Fratoianni. Il segretario dem: “Campo largo imprescindibile, discutiamo sul programma”
Emiliano Fossi, segretario regionale Pd (Germogli)

Emiliano Fossi, segretario regionale Pd (Germogli)

Firenze, 9 luglio 2025 – Fortuna che le compagnie telefoniche hanno sdoganato i piani dati coi minuti illimitati, da quanto bollenti son diventati i cellulari in casa Pd. Il tempo stringe, e a 94 giorni dalle regionali, il bignami di giornata è il seguente: al mattino Elly Schlein piccona duro dal Nazareno col piano dei piani (“Nelle sei Regioni al voto criterio ostinatamente unitario”), a pomeriggio inoltrato i 5Stelle gelano il fronte progressista (“La Toscana è la partita più difficile, Giani non scalda i cuori”), e a sera Schlein lascia a sobbollire il dossier candidature nella roccaforte rossa per antonomasia. “Sono certa che riusciremo a trovare un accordo anche in Puglia e Campania, perché la posta in gioco è troppo alta per dividerci. A breve saremo in grado di dare i nomi che correranno, dopo l’accordo raggiunto nelle Marche”. A ragion veduta, la segretaria non menziona la Toscana, informata, evidentemente, della messa in scacco del governatore uscente Giani a danno del segretario regionale Emiliano Fossi, facendo muro con la segreteria. Il bilaterale a Palazzo Strozzi Sacrati ha demolito la strategia del giorno prima messa a terra dai fedelissimi di Elly, Fossi e Furfaro (“Giani è il nostro presidente”). La normalizzazione si è tramutata in tensione a colpi di statuto. Giani ha cavalcato l’onda lunga dei sondaggi che lo danno vincente al primo turno contro il meloniano Tomasi, degli endorsement di truppe cammellate, sindacati e più di 100 sindaci dalla Lunigiana alla Maremma passando per Firenze dopo la benedizione di Sara Funaro (schleiniani, riformisti e civici), prima di consegnare a mano a Fossi - in abbinata a una pec, per sicurezza - la lettera formale di “disponibilità al bis”.

Risultato? Di nuovo, al mattino il segretario dem sfugge ai microfoni. A sera, per uscire dall’angolo trova la quadra convocando la segreteria a stretto giro. Intanto, “ringrazia” Giani per la disponibilità alla ricandidatura annunciando che la “metterà a disposizione” dei potenziali alleati, “consci che i passaggi sono quelli della costruzione prima del programma e della coalizione e poi della scelta del candidato comune”. Fossi ripete il ritornello, il campo largo avanti a tutto poiché “condizione imprescindibile per essere più forti in Toscana e competitivi a livello nazionale”. Giani, dal canto suo, si offre “nelle regole della coalizione e del partito, che mi chiede di manifestare la disponibilità in modo che la direzione regionale osservi l’articolo 24 e 31 dello statuto nazionale e regionale”. Tradotto: per le primarie di coalizione mancano i tempi tecnici, per quelle di partito le alternative e per il ribaltone in direzione i lunghi coltelli dato che servirebbero i “no” di almeno il 60% degli aventi diritto. Non solo, c’è pure la fuga in avanti sgradita al Nazareno quando il presidente anticipa le priorità programmatiche (pur condivise nel merito): fine vita medicalmente assistito in tandem con una battaglia per i diritti nel sistema sanitario, acqua pubblica in barba alla Multiutility e alla formula mista pubblico-privato con cui l’Ait bandirà la gara per l’affidamento del servizio idrico e quel reddito sociale che tanto sa di reddito di cittadinanza caro ai 5Stelle. Un trittico che strizza molto l’occhio a quella “discontinuità” invocata anche da Avs. Il leader dei Verdi Bonelli apre e gongola perché “da adesso noi siamo disponibili ad aprire un confronto programmatico con Giani”. Anche Fratoianni si dice “pronto al confronto”, valutando come “utili le indicazioni di Giani”. Ma in casa di Beppe Conte c’è “sconcerto” per il modus operandi del Pd: “Stanno facendo tutto loro – il mormorio –. Ci hanno promesso nuovi temi e nuovi interpreti, non un’altra stagione di riformismo insieme ai renziani. Giani sta facendo vedere che è il presidente per tutte le stagioni, e a mani basse sta vincendo sul Nazareno”.

La  Nazione

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